L’economia circolare prevede che i rifiuti generati da alcuni si trasformino in risorse per altri.
Per questo si dice che le attività vengono organizzate in modo circolare.
Oggi l’economia si basa per lo più su un approccio lineare, le cui parole chiave sono “prendi, produci, usa e getta”.
Ma si sta diffondendo anche il modello di economia circolare, che si contrappone a quello tradizionale perché è in grado di autoalimentarsi:
sfrutta fonti biologiche e tecniche disponibili, che vengono rigenerate e valorizzate.
Nell’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi:
Si tratta quindi di un modello di produzione e consumo basato sullo sharing; implica, cioè, condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti, per il maggior tempo possibile.
In questo modo si prolunga il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo.
Ma come si possono implementare modelli di economia circolare nella propria organizzazione?
Per implementare modelli di economia circolare nella propria organizzazione, bisogna attivare 5 pilastri fondamentali:
Ogni azienda di produzione, attraverso lo sviluppo dell’economia circolare, ottiene vantaggi economici.
Ma riveste anche un ruolo sociale e di grande attenzione verso i giovani, poiché consegna loro un ambiente più sano, sostenibile e stabile, anche in termini di occupazione.
L’Emila-Romagna già dal 2015 ha fatto propri i principi dell’Economia Circolare, come proposti dalla Comunità Europea, che pone al vertice delle priorità la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti.
Per affermare un’economia circolare, è fondamentale lavorare ad un sistema in cui tutte le attività, a partire dalla produzione, siano organizzate in modo che i prodotti di scarto vengano costantemente riutilizzati e trasformati in risorse.
Lo sviluppo dell’economia circolare nel sistema produttivo (e in generale in tutta l’impresa) non è comunque un processo banale:
consente di avviare un profondo cambiamento, che coinvolge aspetti normativi, produttivi, organizzativi, distributivi e di consumo.
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