L’emergenza Covid-19, che attualmente interessa tutte le aziende del territorio nazionale, obbliga gli operatori del diritto e i consulenti “esperti” a fare una riflessione sulle ripercussioni di tale situazione sul sistema 231/01 e sugli obblighi che ricadono, in questo contesto, sul datore di lavoro.
E’ stato sottoscritto il 14 Marzo un protocollo per regolamentare le misure relative al COVID-19 nei luoghi di lavoro, secondo cui l’imprenditore e’ tenuto ad adottare nell’esercizio dell’attività le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e psicologica dei lavoratori nelle aree interessate o potenzialmente interessate dal Coronavirus.
L’obiettivo principale è quello di coniugare la prosecuzione delle attività produttive con la garanzia di condizioni di sicurezza e salute dei lavoratori. Garanzia che dev’essere assicurata in tutte le sfaccettature dell’organizzazione aziendale.
A seguito dell’emergenza si sono aperti molteplici scenari che si ripercuotono anche sulle responsabilità delle persone giuridiche, con particolare riferimento agli art. 25 septies del DLgs 231/01 “Reati di omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse per violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro”, art.589 cp (omicidio colposo) e art 590 cp (lesioni personali colpose), andando ad aggravare ancor più una situazione economica che già risulterà compromessa dalla pandemia.
La responsabilità dell’Ente si configura quando il comportamento ne abbia comportato un vantaggio o un costo inferiore.
Nel caso specifico del COVID-19 il vantaggio potrebbe derivare da un risparmio sui Dispositivi di Protezione Individuale o dal mantenere aperta l’attività senza aver adottato tutte le misure necessarie a seguito di un’adeguata e aggiornata valutazione dei rischi, oltre a misure concrete in grado di alzare il livello di sicurezza in azienda, per rendere effettivo l’onere di prevenzione che grava sul datore di lavoro.
Il datore di lavoro risponderà delle valutazioni fatte, con particolare riferimento al rischio biologico da Coronavirus e delle decisioni legate alle prestazioni svolte in azienda da parte dei lavoratori che dovranno attenersi a tutte le disposizioni impartite.
In particolare serve un approccio innovativo alla mobilità del personale: è importante rivedere in maniera critica e selettiva tutti gli spostamenti e incrementare il ricorso agli strumenti digitali per la riorganizzazione di riunioni e percorsi formativi, oltre all’adozione dello smart working ovunque sia possibile.
Bisognerà inoltre introdurre procedure di controllo per l’ingresso di fornitori, clienti e consulenti .
Sarà fondamentale assicurare che vi sia un dialogo costante con il personale e considerare tutte le informazioni utili ad identificare rischi e pericoli, adottando tutte le misure necessarie.
In sintesi il Coronavirus sta diventando un vero e proprio banco di prova per “testare” la capacità organizzativa, in modo da garantire la continuità produttiva anche in un contesto molto critico e difficile!